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Cosa dovrei dare a mio figlio che ha mal di denti?

dentista pediatrico

Dare farmaci ai nostri figli comporta una grande responsabilità che può incidere sulla loro sicurezza e sul loro stato di salute, non sempre in modo positivo. Cercare il farmaco più indicato, il giusto dosaggio, la via di somministrazione è per prima cosa un compito che non spetta al genitore, ma prioritario è rivolgersi al giusto professionista.

Troppo spesso vengono somministrati farmaci non sempre indicati ed a dosaggi estrapolati da bugiardini sempre più complessi ( da una recente ricerca risulta una percentuale altissima nel calcolo della dosi da somministrare al bimbi, sempre in eccesso ) .

In ambito odontoiatrico le terapie farmacologiche domiciliari sono riservate al controllo del dolore o in casi di ascessi a limitare il diffondersi di un'infezione ed aiutare l'organismo a combatterla.

 

I farmaci da utilizzare per i nostri piccoli devono avere validazione per uso pediatrico ed è bene non considerare il bambino un adulto in miniatura, ma un creatura in via di sviluppo con propri meccanismi di risposta proporzionali al proprio sviluppo fisico. La forma farmaceutica da preferire al di sotto dei sei anni è sicuramente lo sciroppo che se per trattamenti prolungati è meglio senza zucchero. Crescendo si cercherà di modificare la tipologia di somministrazione gradualmente verso formulazioni in pasticche che offrono una maggior possibilità di reperimento e gestione del dosaggio.

La formulazione iniettiva va riservata a gravi infezioni che richiedano un intervento più rapido ed efficace. Per quanto riguarda il dosaggio è meglio fare riferimento al gruppo di età in quanto non sempre il calcolo tra mg di prodotto o di principio attivo e peso del bimbo risulta di facile esecuzione, anche se purtroppo non in tutti i farmaci si trovano indicazioni adeguate e di facile lettura.

 

Bisogna considerare che ci sono farmaci che risentono della presenza di alimenti nello stomaco (es: ampicillina) ed altri che non ne vengono influenzati (es: amoxicillina), quindi bisogna valutare bene l'orario di somministrazione per cercare di non interferire con le abitudini alimentari del nostro piccolo paziente.

Cercando di analizzare, rimanendo sul generico, le indicazioni terapeutiche si considerano farmaci da utilizzare in caso di infezioni dentali ( generalmente ascessi ) le Penicilline ( Ampicillina, Amoxicillina, Amoxicillina ed acido Clavulanico ) validate ad uso pediatrico, con attenzione ad eventuale comparsa di reazioni allergiche non prevedibili se non in seguito a precedenti esperienze. Ne viene richiesto un uso “giudizioso” per il sempre più frequente riscontro di specie batteriche che sviluppano antibiotico resistenti. Questi farmaci sono solitamente ben tollerati anche se possono provocare l'insorgenza di disturbi gastro intestinali , quindi è buona norma associare all'uso degli antibiotici integratori che ristabiliscono la flora intestinale.

In caso di riscontrata allergia alle penicilline si possono utilizzare farmaci appartenenti alla famiglia dei Macrolidi ( Eritromicina, Azitromicina ), sempre valutando bene dosi e modalità di somministrazione.

 

Per il controllo del dolore uno dei farmaci più indicati in età pediatrica è il Paracetamolo (Tachipirina). Attivo abbastanza rapidamente e con durata di azione di circa 4-6 ore, non presenta alle dosi e tempi adeguati particolari controindicazioni, anche se, come tutti i farmaci, il suo uso va limitato a reale necessità. In caso di forti processi infiammatori è indicato l' Ibruprofene per uso pediatrico, discretamente tollerato, da evitare in caso di difetti della coagulazione del bambino.

E' importante ribadire che la terapia farmacologica venga sempre prescritta da personale medico, meglio se a seguito di visita specialistica atta a stabilire la reale origine del disturbo. Non sempre il genitore, qualche volta è difficile anche per il professionista, è in grado di definire l'origine di un sintomo riferito da un bambino. Evitare l'uso non congruo di sostanze che comunque vengono metabolizzate (assorbite, digerite, smaltite) da un piccolo in crescita e sviluppo è una regola alla quale dobbiamo attenerci in modo scrupoloso e se possibile rinunciare a spiacevoli quanto inutili tentativi di auto terapia.

 

Queste poche regole vanno applicate anche per gli adulti, che troppo spesso si rivolgono ai nostri studi dopo aver arbitrariamente deciso di intraprendere terapie non adeguate (antibiotici per semplici infiammazioni da tartaro, antinfiammatori per infezioni ), qualche volta anche dietro consiglio di amici o parenti ed in alcuni casi ( fortunatamente in netta diminuzione ) dietro consiglio del medico curante contattato telefonicamente.


Gravidanza: gioia e denti

gravidanza e dentista

Ci sarà capitato più volte di ascoltare racconti di gravidanze associate a disturbi della bocca o perdita di denti. Per molto tempo la donna in attesa di un figlio non è stata trattata dal dentista e la risoluzione dei problemi rimandata dopo il parto o addirittura alla fine dell'allattamento.

 


Moltissimi studi sono stati fatti sull'argomento, non tutti con risultati ed indicazioni univoche.
I cambiamenti indotti dallo stato di attesa comportano spesso una diminuzione delle manovre di igiene orale, a volte scatenanti crisi di nausea e vomito. Le variazioni delle abitudini alimentari e le frequenti assunzioni di cibo portano ad un deciso abbassamento del livello di igiene ed incrementano il ristagno di fattori favorenti lo sviluppo di processi infiammatori.
I cambiamenti ormonali e sistemici della donna in gravidanza influenzano
la sensibilità delle mucose ad una evoluzione negativa di uno stato latente o pregresso di patologie anche parodontali .

 

Bisogna affermare che non ci sono certezze su quanto riportato in alcuni studi che la malattia parodontale sia alla base di nascite premature o sottopeso, ma si può dire che sicuramente concorre allo sviluppo di un processo infiammatorio sistemico che può coinvolgere sia il complesso utero-placenta che il feto e che
soggetti con malattia in atto presentano uno stato di attivazione del sistema immunitario alterato. La maggiore suscettibilità a scatenare un processo silente ed i rischi di avere danni più gravi nelle gravidanze ci deve stimolare ad alzare il livello di guardia nei tre trimestri.

 

Ci sono attenzioni particolari che l'odontoiatra deve applicare nella cura della donna in gravidanza, ma non significa che non lo si possa fare, anzi una attenta valutazione di fattori predisponenti e la loro precoce
rimozione ci può offrire un livello di tranquillità maggiore. Chiaramente quando si parla di malattia parodontale è molto importane se non fondamentale la continua collaborazione tra paziente ed odontoiatra, a maggior ragione se parliamo di gravidanza.
L’attenzione della futura mamma alla salute del figlio si spera stimoli ad una migliore cura della propria igiene orale e di quelle che sono le norme basilari di una buona prevenzione della carie e delle malattie orali e la consapevolezza che il dentista può e deve intervenire perchè la bocca non sia fonte di problemi, ma di sorrisi e buoni insegnamenti.

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